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SCHEDA: ARATRO |
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CLASSI DI LAVORO SVOLTE |
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lavorazione primaria |
lavorazione differita estiva o autunnale |
rivoltamento |
catene di meccanizzazione basate su aratura profonda o superficiale |
CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA |
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B) TIPOLOGIA DI ACCOPPIAMENTO AL TRATTORE: |
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A) TIPOLOGIA IN BASE AL NUMERO DI CORPI: |
Aratro trivomere portato
fuorisolco reversibile |
C) TIPOLOGIA IN BASE ALLA POSSIBILITA' DI LAVORARE: |
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D) TIPOLOGIA IN BASE ALLA POSSIBILITA' DI LAVORARE ALLA PARI O MENO: |
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DESCRIZIONE:
1.
L'aratro
a versoio
E'
costituito da:
-
un coltro, che effettua il taglio verticale; può essere a coltello o a
disco (minore sforzo, migliore in terreni inerbiti ma non sassosi, e
comunque per profondità < 30 cm);
-
un avanvomere, o piccolo aratrino che serve per migliorare l'interramento dei
residui colturali;
-
il vomere, lama trapezoidale che effettua il taglio orizzontale; può essere a
punta rinforzata (v. a scalpello);
-
il versoio, che effettua il rovesciamento della fetta. Può essere elicoidale
(rovesciamento più completo), cilindrico (maggiore sgretolamento) o misto
(più frequente). E' in genere in acciaio a tre strati (l'interno più elastico,
gli esterni più resistenti all'usura);
-
la bure, ossia la trave a cui sono fissate le diverse parti dell'aratro;
-
la suola, elemento di appoggio sul fondo del solco; da cui il termine effetto
suola.
2.
Classificazione
degli aratri
a)
in base al tipo di attacco: aratri portati, semiportati (generalmente per 3 o
più corpi), trainati; portati anteriormente (migliore ripartizione dei
pesi in aratri con più di 6 vomeri);
b)
al numero di corpi lavoranti: aratro monovomere, bivomere, polivomere
(fino a 10 e più corpi);
c)
aratri semplici o doppi (o reversibili: meno tempi
accessori)
.
3.
Modalità
di aratura
L'aratura
può essere:
a)
a colmare (dal centro dell'appezzamento, procedendo verso i lati); a
scolmare (dai lati verso il centro); alla pari (con aratri
reversibili);
b)
in solco (calpestamento; meno stabilità); fuori solco (sempre con
trattrici a cingoli; con trattrici a ruote, le sollecitazioni trasversali sono
accettabili solo con polivomeri);
c)
superficiale (< 25 cm); media (25 - 40 cm); profonda
(40 - 60 cm). Arature più profonde sono in genere usate per colture esigenti
(bietola, mais, rinnovi in genere) e su terreni pesanti. Per arature a > 60
cm si parla di scasso (normalmente per l'impianto di colture arboree).
4.
Caratteristiche
operative
L'azione
di rivoltamento (preferibile in caso di arature autunnali, perché la rottura
delle zolle è facilitata in questo caso dall'azione del gelo sui colloidi) è
più completa se si impiegano versoi elicoidali, allungati, con rapporto
larghezza / profondità di lavoro L/P vicino a 1,4, su terreni argillosi
e a bassa velocità di lavoro (Ve = 3-5 km/h). Al contrario, prevale
l'azione di sgretolamento (preferibile in arature primaverili) con versoi
cilindrici, corti, con L/P " 1, a Ve = 6-9 km/h (Tab. 3). In pratica, la
maggior parte degli aratri ha versoi di caratteristiche intermedie, con L/P
" 1,2 (o anche 1,0 negli aratri per
lavorazione più profonda).
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Lo
sforzo di trazione richiesto dall'aratura varia a seconda del tipo di terreno,
delle sue condizioni di lavorabilità (es. umidità del terreno, ecc.), del tipo
di aratro (i versoi cilindrici richiedono il 15 - 25 % di forza di trazione in
più dei versoi elicoidali).
5.
Problemi
e tendenze attuali
L'aratura
presenta i seguenti problemi o svantaggi:
-
elevata potenza richiesta, e cattivo sfruttamento della potenza delle trattrici
a ruote (hu = 0,35-0,50);
-
necessità di ulteriori passaggi per la rottura delle zolle e la preparazione
del letto di semina, soprattutto su terreni pesanti e in arature primaverili;
arando in primavera, infatti, non si sfrutta l'azione del gelo sui colloidi del
terreno, le zolle si asciugano rapidamente e rimangono tenaci e difficili da
rompere;
-
formazione della suola di aratura (strato impermeabile sotterraneo);
-
eccessivo approfondimento della sostanza organica.
Questi
svantaggi sono tipici delle arature profonde. La tendenza attuale è di:
-
ridurre la profondità di aratura (circa 40 cm per la bietola; 30-40 cm per il
mais e altre colture da rinnovo; 20-30 cm per frumento e altri cereali, soia
ecc.),
-
impiegare aratri polivomeri, che consentono di operare fuori solco, con
migliore stabilità;
-
impiegare versoi (tendenzialmente elicoidali, lunghi) adatti a lavorazioni
veloci (8-10 km/h), migliorando il rendimento della trattrice.
Alcune
soluzioni interessanti sono:
- aratri
con ripuntatore, ossia con un dente per corpo lavorante, che incide in
terreno a una profondità superiore di 5-10 cm rispetto a quella di aratura;
serve per rimuovere o evitare la formazione della suola;
- aratri
a larghezza variabile: consentono un migliore sfruttamento della potenza in
aziende con terreni di caratteristiche diverse;
- versoi
a strisce (è ridotto l'attrito, adatti in terreni colloidali che danno
adesione all'attrezzo);
- versoi a losanga (fetta romboidale, minore forza di trazione, solco più largo);
- aratro
Howard, a singoli corpi cilindrici reversibili mediante semplice
spostamento laterale del telaio;
-
aratri con sistemi di protezione dalle pietre (sganciamento dei corpi
lavoranti, ritorno in posizione mediante pistoni idraulici o molle).
6.
L'aratro
a dischi
Gli
organi lavoranti sono 2-15 dischi folli, inclinati rispetto alla direzione di
avanzamento. Larghezza di lavoro Le = 0,4 - 3 m; profondità di lavoro p = 15-35
cm; WT = 20-70 kW/m; CU = 0,2-0,5 ha/h/m a Ve = 4-8 km/h (Tab. 7). Rispetto
agli aratri a versoi, dà migliore sminuzzamento, ma peggiore rivoltamento. Non
adatto per terreni pesanti (poca profondità, scarso rivoltamento).